Stiamo vivendo un momento storico nel quale da un lato in Italia l’acqua non sembra più essere visto come un bene pubblico, fondamentale, accessibile a tutti in maniera gratuita, dall’altro l’Unione Europea ci impone di fornire a tutti i cittadini in maniera chiara, anche qui accessibile e gratuita l’informazione sul suo stato di qualità.

WISELa Direttiva Quadro sulle Acque (WFD) 2000/60/CE e la successiva 2003/4/CE – recepita dall’Italia con il D.Lgs. 195/2005 – sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale infatti, regolamentano le modalità con le quali le amministrazioni pubbliche statali, regionali, locali, le aziende autonome e speciali, gli enti pubblici ed i concessionari di pubblici servizi, nonche’ ogni persona fisica o giuridica che svolga funzioni pubbliche connesse alle tematiche ambientali o eserciti responsabilità amministrative sotto il controllo di un organismo pubblico – tutte definite come “autorità pubbliche” – debbano predisporre un sistema che consenta e garantisca l’accesso alle informazioni sulla qualità delle acque.

Semplice a dirsi, più complesso a farsi…

Un’amministrazione pubblica che espleta da molti anni le funzioni di controllo, monitoraggio e analisi dello stato di qualità delle risorse naturali e ambientali, avrà costruito nel tempo una base di dati enorme, complessa e spesso senza logiche di standard nella struttura, che ne consentano l’integrazione con altre autorità che espletano le sue stesse funzioni. Un panorama simile ovviamente rende estremamente difficile l’implementazione da parte di uno stato membro dell’Unione Europea delle due direttive delle quali stiamo parlando. Se poi aggiungiamo che il presente e il futuro della comunicazione dei dati ambientali è il “reporting” periodico (Rapporti sullo Stato dell’Ambiente, Cataloghi dei Dati Ambientali, ecc.), allora una base di dati e un sistema di reporting organizzati secondo standard europei, integrabili con quelli di altri soggetti e scalabili nelle funzionalità diventano assolutamente irrinunciabili.

E’ per questo che la stessa Unione Europea, assieme all’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), ha messo in piedi il Water Information System for Europe (WISE), un sistema volto proprio alla raccolta, armonizzazione e fruizione dei dati inerenti le acque messi a disposizione dei soggetti pubblici europei, nazionali e locali che operano a vario titolo nella tutela, gestione e monitoraggio dello stato di questa preziosa risorsa.

Europa e – sebbene solo in parte – Italia sono dunque pronte per ricevere da parte delle cosiddette “autorità pubbliche”, dati e informazioni sulle acque in maniera sistematizzata e secondo standard condivisi. Gli obiettivi previsti dalle Direttive europee, una volta recepite dagli stati membri, diventano obbligatori per Regioni, Province e gli altri enti locali, che per evitare di mettere gli stessi Paesi in infrazione – con costi enormi per le proprie casse – devono rendersi soggetti attivi e investire in sistemi informatizzati che garantiscano un trasferimento delle informazioni e dei dati continuo, standardizzato e sicuro. In quest’ottica, Planetek Italia ha realizzato due importanti progetti che hanno visto come committenti la Regione Puglia e la Regione Sardegna.

Progetto TIZIANO

Il progetto TIZIANO ha avuto come obiettivo la realizzazione di un Sistema di Monitoraggio dei corpi idrici sotterranei della Regione Puglia, per la caratterizzazione dello stato delle risorse idriche attraverso il loro monitoraggio quali-quantitativo in accordo con il D.Lgs 152/2006 che ha parzialmente recepito la Direttiva 2000/60. Il progetto ha comportato la realizzazione di un sistema costituito da circa 450 stazioni di monitoraggio (pozzi) – 130 delle quali sono dotate di sonde multiparametriche per le rilevazioni in automatico -, l’esecuzione periodica di indagini sul campo e campionamenti, una campagna di rilievo aereo con sensore MIVIS e campagne di rilevamento a mare.

I dati di monitoraggio confluiscono in un database unico strutturato secondo il modello OSS (Oggetti, Strutture, Soggetti) definito dal SINAnet (ISPRA ex APAT), che ne consente la archiviazione, analisi, reporting e diffusione. I dati così acquisiti contribuiscono alla determinazione dei Parametri Indicatori di Qualità, utili a delineare un quadro conoscitivo esaustivo della qualità delle acque sotterranee della Puglia.

Ad oggi il sitema di monitoraggio è già a regime, in quanto si sono concluse le fasi di start up e conoscitiva. Dette fasi hanno previsto l’adeguamento delle strutture di monitoraggio presso i pozzi e l’allestimento del Centro di Acquisizione Dati e del relativo SIT, la catalogazione delle anagrafiche delle stazioni di monitoraggio, esecuzione di indagini in situ, campionamenti e analisi di laboratorio, rilievo aereo e campagne a mare, nonché l’ampliamento della rete di monitoraggio strumentata e la valutazione dei trend evolutivi degli acquiferi nel tempo.

Le principali funzionalità che TIZIANO implementa sono:

  • Catalogare (import) e rendere consultabili (navigazione e export) anche cartograficamente, i dati di misura automatici dalla rete di strumenti, e manuali derivanti da: indagini in situ, campionamenti e analisi di laboratorio, rilievi infrarosso e campagne a mare.
  • Produrre e pubblicare grafici report.
  • Produrre e pubblicare mappe tematiche derivanti dai dati di monitoraggio.

Il SIT del progetto Tiziano rappresenta un primo passo verso la messa in esercizio di un sistema di monitoraggio regionale unico che, in una logica di condivisione ed interoperabilità possa fornire una visione univoca ed integrata dello stato qualitativo della risorsa idrica a livello regionale. L’implementazione del SIT è alla base di una visione a medio lungo termine nell’implementazione di monitoraggi complessi, che devono essere in grado di cogliere la complessità dei fenomeni ambientali, così come ben rappresentato dalla problematica del monitoraggio delle acque sotterranee ed in generale dell’intero ciclo delle acque.

Sistema CEDOC

Per la Regione Sardegna, Planetek Italia ha realizzato il sistema CEDOC sempre per far fronte alle richieste della Direttiva 2000/60/CE, inoltre il sistema è stato realizzato in modo conforme alle disposizioni richieste dal nuovo sistema WISE (Water Information System for Europe). CEDOC è un’applicazione web-based che opera nell’ambito del monitoraggio sulle acque superficiali e sotterranee, fornendo funzionalità volte a:

  • Predisporre l’anagrafica dei corpi idrici e delle stazioni di monitoraggio.
  • Definire i programmi di monitoraggio
    • Gestione dei profili di monitoraggio
    • Gestione modelli dei certificati
    • Gestione frequenze di campionamento
  • Caricare, controllare e validare i dati di monitoraggio
  • Classificare i corpi idrici sulla base dei dati di monitoraggio
    • Classificazione stato ambientale
    • Classificazione destinazione d’uso
  • Diffondere dati e produrre report

Il sistema è inoltre dotato di un’interfaccia webgis per la consultazione cartografica dei dati territoriali e dei dati di misura e classificazione dei corpi idrici.

La situazione attuale e le opportunità da cogliere

La WFD e l’implementazione del sistema WISE hanno pesanti ripercussioni anche nell’ambito dei processi operativi che sottendono alla gestione delle acque a scala di Piano, prevedendo che proprio i Piani di Tutela delle Acque (PTA) redatti a livello regionale e i Piani di Gestione di Distretto Idrografico (PdG) includano la caratterizzazione dei corpi idrici, la definizione degli obiettivi ambientali da raggiungere, il Programma di Monitoraggio, il Programma di Misure. In quest’ultimo sono contemplati gli interventi da realizzare per elevare e preservare il livello di qualità e quantità dei corpi idrici che generalmente sono molteplici, complessi e possono avere efficacia differita nel tempo.

WISE2

Un efficiente sistema di supporto alle decisioni in materia di acque dovrà quindi consentire una visione sistemica e aggiornata degli elementi che costituiscono e insistono sulla risorsa idrica, permettendo un miglioramento continuo nel processo di gestione.

PDCAPiù in generale, in una logica che mira al miglioramento continuo del processo di gestione ambientale, risulta opportuna l’applicazione del ciclo di Denim, caratterizzato dalle fasi Plan-Do-Check-Act (PDCA). Il raggiungimento di tali obiettivi non può prescindere dalla implementazione di un processo caratterizzato dalle seguenti fasi:

  • (Plan) pianificazione del Programma delle Misure (interventi) redatto sulla base dello stato qualitativo dei corpi idrici, dedotto dalle attività di monitoraggio, e sull’obiettivo ambientale da raggiungere per ogni singolo corpo idrico;
  • (Do) esecuzione degli interventi e verifica della loro efficienza;
  • (Check) verifica dell’efficacia degli interventi attraverso il monitoraggio della qualità dei corpi idrici previsto dal Programma di Monitoraggio;
  • (Act) progettazione (e riprogettazione) del Programma di Misure per centrare e migliorare l’efficacia degli interventi.

Qui sotto è possibile leggere il paper sul Sistema CEDOC presentato alla 13a Conferenza ASITA.
CEDOC: Sistema Informativo per la raccolta, analisi e reporting dei dati di monitoraggio delle acque in con…

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