Indicatori differenti rappresentano punti di vista differenti della stessa realtà. La scelta degli indicatori, nonché della modalità in cui vengono realizzati, incide significativamente sulla nostra percezione della realtà e sulle decisioni che prendiamo.

Ad esempio il PIL è inadeguato a rappresentare lo stato di salute delle nazioni e dei cittadini (vedi il discorso di Kennedy) e porta a derive nelle politiche di sviluppo del paese, tema molto attuale nella situazione socio-economica in cui ci troviamo (video di Ascanio Celestini sul PIL).

Per questo motivo, in linea con diverse iniziative avviate a livello internazionale, è stato attivato da ISTAT un progetto per la definizione di indicatori di BES, Benessere Equo Sostenibile, da utilizzare per rappresentare lo stato di benessere dei cittadini e contribuire a definire “che cosa conta davvero per l’Italia”.

“Il progetto per misurare il benessere equo e sostenibile – nato da un’iniziativa del Cnel e dell’Istat – si inquadra nel dibattito internazionale sul cosiddetto -superamento del Pil-, stimolato dalla convinzione che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale, corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità.(http://www.misuredelbenessere.it/)”.

Gli indicatori BES che sono stati messi a punto dall’ISTAT sono 134 aggregati in 12 classi:

  1. Salute
  2. Istruzione e formazione
  3. Lavoro e conciliazione tempi di vita
  4. Benessere economico
  5. Relazioni sociali
  6. Politica e istituzioni
  7. Sicurezza
  8. Benessere soggettivo
  9. Paesaggio e patrimonio culturale
  10. Ambiente
  11. Ricerca e innovazione
  12. Qualità dei servizi

Tutti gli indicatori sono rappresentati cartograficamente e gli indicatori delle sezioni relative al Paesaggio e all’Ambiente sono prodotti attraverso la elaborazioni di informazioni geospaziali.

Per risultare efficaci gli indicatori di BES dovrebbero diventare parte integrante degli iter burocratici e amministrativi degli Enti per correlare politiche di governo, azioni amministrative e benessere dei cittadini alle fasi normative come ha evidenziato il Presidente dell’ISTAT Giovannini (video Presidente Giovannini).

Produrre indicatori rappresentativi e statisticamente corretti è un processo complesso che richiede sia risorse economiche che capacità di pianificare ed organizzare, elementi che in questo momento scarseggiano nelle nostre amministrazioni pubbliche.

Cosa si può fare per non gravare ulteriormente sulle Amministrazioni Pubbliche?

Si può procedere ad un processo di semplificazione, normalizzazione e convergenza di tutti gli indicatori che già vengono prodotti nei  Piani redatti dalle Pubbliche Amministrazioni (Direttiva 2001/42/CEE e D.lgs n. 152/2006). 

Nel  workshop organizzato dal Comune di Bari in concomitanza con l’adesione del Comune al progetto BES dell’ISTAT, ho evidenziato (vedi le slide) che numerosi indicatori BES come il consumo di suolo, lo sprawl urbano, la frammentazione urbanistica sono già ampiamente adottati nei processi di pianificazione urbanistica.

Per poter ottenere questa convergenza è però indispensabile che gli indicatori BES predisposti dall’ISTAT siano prodotti con una unica metodologia condivisa con le Amministrazioni Locali. Queste ultime contestualmente si devono impegnare ad adottare gli stessi indicatori del BES per la redazione e gestione dei piani urbanistici.

In questo modo gli indicatori BES si inseriscono in tutte le fasi del Piano: per definire gli obiettivi del piano (ad esempio zero consumo del suolo) e lo stato dei luoghi (attraverso la misura dei trend di consumo del suolo negli anni precedenti), per valutare oggettivamente le scelte di piano tra le diverse opzioni disponibili (simulando il consumo di suolo attuando le diverse opzioni di pianificazione disponibili) e per monitorare e valutare l’efficacia del piano nel raggiungere gli obiettivi che erano stati definiti (misurando quanto suolo è stato consumato).

Collegare gli indicatori ai processi di piano consente di elevare il loro ruolo da semplici descrittori della realtà a elementi basilari dei processi decisionali. Questo processo di standardizzazione e convergenza riporterebbe il benessere dei cittadini al centro degli obiettivi della macchina amministrativa determinando ricadute positive in termini di semplificazione dei processi amministrativi, riduzione dei costi e miglioramento della qualità dei piani di governo del territorio.

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