Come aumentare l’intelligenza delle nostre città senza disporre di ingenti risorse?

La crisi finanziaria che stiamo affrontando limita significativamente la capacità di sostenere grossi investimenti in infrastrutture che sono alla base dello sviluppo delle Smart City. Questo tema è stato affrontato  durante la conferenza Smart City Exhibition che si è svolta a Bologna dal 16 al 18 ottobre 2013.

L’edizione di quest’anno di SCE2013 ha confermato le buone impressioni della prima edizione anche se le sessioni plenarie hanno sofferto della promiscuità con il SAIE che si svolgeva in contemporanea e della scarsa capacità dei politici presenti, tranne qualche eccezione, di entrare nel merito delle questioni limitandosi al solito “teatrino”.

Risorse limitate

Nella sessione “Finanziare le Smart City: soluzioni a confronto” Eugenio Leanza, della Banca Europea degli Investimenti, ha evidenziato come le risorse disponibili per finanziare lo sviluppo delle città siano molto limitate se confrontate con quelle che realmente dovrebbero essere impegnate. Se mettiamo a confronto la dotazione annuale di Horizon 2020 che è pari a circa 50 miliardi di euro per anno per l’intera Europa con i circa 1.500 miliardi di euro investiti in 10 anni dalla  Germania nel processo di riunificazione, ci rendiamo conto che le cifre in gioco sono di ordini di grandezza inferiori a quelle che servirebbero per poter incidere realmente.

Le risorse che sono realisticamente disponibili per finanziare le smart city sono solo sufficienti per attivare progetti pilota che poi, anche se di successo, non potranno essere adottati su vasta scala proprio per mancanza di risorse finanziarie.

La mancanza di risorse è ancora più grave proprio nelle città che hanno investito pesantemente nella realizzazione di infrastrutture. Queste infrastrutture, specialmente tecnologiche, hanno costi di manutenzione e aggiornamento molto alti che difficilmente possono essere sostenuti dalle città già indebitate proprio per realizzare le infrastrutture stesse.

More for less è uno dei trend globali che incidono sui nostri comportamenti e hanno impatto nelle nostre future scelte!

Un elemento determinante nella competitività delle città è il costo della vita. Città con un basso costo della vita sono in grado di attrarre il capitale umano, le persone, che sono il vero motore delle città.

Per offrire un basso costo di vita le città devono costare poco. Per raggiungere questo obiettivo devono essere in grado di limitare gli investimenti in infrastrutture costose da realizzare e da mantenere e contestualmente valorizzare quelle che sono già disponibili. Un esempio è l’utilizzo dei dati acquisiti dai sistemi di telecontrollo delle flotte dei bus per il trasporto pubblico urbano che avevo descritto in un mio precedente articolo.

Processi smart

La dimostrazione che gli investimenti in infrastrutture non sono di per sè la soluzione per rendere più intelligenti le città l’ho vissuta rientrando venerdì sera da Bologna alla conclusione di Smart City Exhibition.

Una città, Bologna, che si è classificata seconda dopo Trento nella classifica delle città più smart nel ICity Rate 2013.

In aeroporto ho dovuto fare 70 minuti di coda per superare i controlli, invece dei 15 che sono previsti dalla carta dei servizi, scoprendo che ben 5 postazioni per i controlli erano inspiegabilmente chiuse.

In un aeroporto ci sono  le migliori condizioni per agire in modo smart grazie alle infrastrutture ICT che sono già disponibili.

I sistemi informativi di un aeroporto dispongono dei dati dei passeggeri, conoscono perfettamente quanti ne partiranno e come sono distribuiti durante l’arco della giornata. Eppure tutte queste informazioni non sono state utilizzate per decidere che le 5 postazioni di controllo chiuse andavano tenute aperte per evitare il picco di utenti e prevenire le code.

Questo processo avrebbe richiesto la messa a punto di un algoritmo di analisi dei dati, neanche particolarmente complesso, con la possibilità di poter riprogrammare i turni del personale della sicurezza. Quest’ultimo è proprio l’elemento critico in quanto si va a scontrare con burocrazia, contratti, sindacati, ecc.

Quindi la vera sfida delle smart city oggigiorno è nell’essere in grado di valorizzare dati ed infrastrutture che sono già disponibili incrementando la propria capacità di adattamento e flessibilità. Adottare   processi organizzativi innovativi in grado di adattare dinamicamente il comportamento della città alle mutevoli condizioni che cambiano.

In questo processo di svecchiamento dei processi sono coinvolti tutti, politici, amministratori pubblici,  imprese, sindacati e organizzazioni datoriali, cittadini.

Per un Sistema Paese competitivo servono processi smart per creare Città Intelligenti.


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