“Se tu guardi una mappa ed io guardo una mappa, perché dovrebbe essere sempre la stessa per te e per me? Io frequento posti diversi da te”.  Il  direttore di Google Maps per cellulari, Daniel Graf, ha espresso questo punto di vista piuttosto filosofico – “even postmodernist” –  sul futuro delle mappe in una recente intervista con il blog tecnologico TechCrunch.

“In the near future (Google says it will “be rolling it out to more people in the coming days and weeks”), the maps we see will be dynamically generated and highly personalized, giving preferential treatment to the places frequented by our social networking friends, the places we mention in our emails, the sites we look up on the search engine.”


“La mappa non è il territorio” mi dicevano quando ho frequentato un corso di PNL (programmazione neuro linguistica).

Ognuno interpreta la mappa sulla base delle sue griglie mentali e quindi ognuno ha una sua interpretazione della mappa anche se guardiamo lo stesso punto….

Ora siamo al punto che  la mappa che viene generata da Google è differente sulla base del profilo di chi la guarda. Certamente è una evoluzione tecnologica che apre nuove prospettive nel mercato della pubblicità on-line. Fare vedere su mappa le attività commerciali correlate ai gusti personali del navigatore rende il marketing molto diretto con un maggiore livello di successo in termini di ricadute di vendite.

Ovviamente Graf parlando di futuro parla di quello che hanno già di fatto implementato nella nuova versione di Google Maps, che adesso è disponibile in beta, e visibile qui:
https://maps.google.com/help/maps/helloworld/desktop/preview

Già oggi, per tutte le altre ricerche non di mappa, Google personalizza la risposta sulla base dell’utente collegato. Quindi l’evoluzione sulla mappa è quasi naturale.

Ovviamente quello che viene personalizzato è l’informazione sopra quella di base, ossia negozi e luoghi vari, non certo le strade e l’urbanizzato, che sono uguali per tutti (almeno spero).

Insomma, se Google sa che sono un turista mi fa vedere i musei, hotel e ristoranti,  se sa che ho appena avuto un figlio mi fa vedere dove sono i negozi di giocattoli, gli asili nido e i pediatri!

Tutto questo si traduce in un enorme vantaggio competitivo per Google con la possibilità di incrementare gli introiti nella vendita di pubblicità. Tra l’altro, anche se tecnicamente possono tecnologicamente mettere a punto soluzioni analoghe, altri competitor non dispongono delle banche dati di Google sugli utenti e quindi tutto ciò rende ancora più solido il monopolio di fatto di Google nel Web.

Nulla è free sul web, se ci sono servizi che vengono erogati gratuitamente in cambio l’utente sta fornendo il suo tempo e informazioni importanti sulla sua vita privata o lavorativa che saranno utilizzate sia per analisi statistiche che per marketing diretto proprio verso di lui.

Questa risposta dinamica delle mappe rende anche le mappe parte integrante della “bolla social” che ognuno si crea rafforzando le sue idee, convinzioni.  Nei social ti crei la cerchie di amici, diventi follower di persone che la pensano come te, che hanno gusti e hobby simili ai tuoi, che condividono gli stessi ideali, sogni.

Vedo il mondo come mi aspetto di vederlo e quindi ho meno opportunità di uscire dalla realtà che mi sono costruito.

Pericolo che comunque è già ampiamente presente sui social network e che domani potrebbe essere nella vita di tutti i giorni dove vedremo il mondo in modo diverso attraverso Google Glass, gli occhiali per la realtà aumentata, che ci faranno vedere la realtà che vogliamo vedere.

Tutto ciò potrebbe portare ad un processo autoreferenziale dal punto di vista cognitivo dove ci costruiamo il mondo in cui ci piacerebbe vivere e non quello reale in cui viviamo.

Un mondo in cui per esistere devi essere in un Data Base e gli altri devono volere che tu esista…

MATRIX


(Articolo scritto con il contributo di Massimo Zotti e Sergio Samarelli)

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