A che servono i satelliti? E’ una domanda che mi fanno spesso.

Me lo chiedono i tecnici, i politici, i dirigenti di aziende.

Ma me lo chiede mia madre che non ha ancora capito bene cosa faccio di mestiere. Se lo chiedono molti cittadini che vorrebbero capire come vengono spesi i loro soldi che, in qualità di contribuenti, versano nelle casse dello stato. E in questo momento storico siamo tutti molto sensibili su questo tasto.

Riuscire a dimostrare che gli ingenti investimenti che vengono realizzati dallo Stato nello sviluppo di infrastrutture tecnologiche hanno una ricaduta sulla qualità della vita dei cittadini è una priorità per tutti.

Ma andiamo ai fatti.

Nel gennaio scorso, nei pressi di Marina di Andora, comune della provincia di Savona, il crollo di un terrazzo di una villetta incombente sul tratto ferroviario Genova-Ventimiglia provocò il deragliamento di un treno.

Si poteva prevedere?

La risposta è SI.

Analizzando i dati storici acquisiti dalla costellazione Cosmo SkyMed è emerso che già da alcuni anni il terrazzo mostrava segni di cedimento.

A questo risultato sono giunti i tecnici di GAP, spinoff del Politecnico di Bari, partecipato dalla Planetek Italia, in collaborazione dei tecnici dell’ASI come si evince dalla notizia riportata sul sito del’ASI.

A questo punto viene spontaneo chiedersi: per quale motivo queste tecniche di monitoraggio non sono attive per individuare le criticità di dissesto idrogeologico presenti sul territorio nazionale?

Questa domanda viene spontanea se si pensa che la costellazione Cosmo SkyMed è un fiore all’occhiello della tecnologia nazionale. 4 satelliti progettati e realizzati in Italia con soldi Italiani.

Perchè non valorizzare questo investimento?

Perchè non si riesce a valorizzare questo investimento? Probabilmente manca quella capacità di valorizzare il made in Italy che viene spesso associato solo all’agroalimentare, al turismo e alla moda dimenticando che abbiamo in Italia delle eccellenze in numerosi settori. Nanotecnologie, meccanica di precisione, spazio sono alcune delle eccellenze Made in Italy.

Lo spazio come elemento su cui puntare per il rilancio dell’economia Italiana ed Europea è un tema che è stato già trattato su questo blog da Giovanni Sylos Labini in un precedente articolo.

Indubbiamente l’ASI negli ultimi mesi è stata messa sotto accusa per i noti scandali e quindi in questo momento gode di scarsa credibilità come soggetto pubblico. Ma se andiamo oltre e analizziamo i bilanci dell’ASI ci rendiamo conto che ha limitatissime capacità di manovra.

Dei 400 milioni di euro del bilancio complessivo oltre 300 vengono versati all’Agenzia Spaziale Europea come contributo italiano. Altri 50 sono spesi per la gestione corrente della struttura e ne restano a malapena altri 50 per gli investimenti innovativi in tutti i settori dalle missioni planetarie, alla osservazione della terra, alle missioni scientifiche. Una miseria se confrontata con i paesi europei con cui ci confrontiamo come Francia e Germania.

Quindi i satelliti possono contribuire alla prevenzione dei disastri ma per fare questo serve una politica spaziale lungimirante che miri a valorizzare investimenti ed eccellenze italiane nel lungo periodo. Investimenti che oltre alla realizzazione e gestione dei satelliti possano sostenere la crescita della domanda pubblica e privata per creare un contesto favorevole allo sviluppo di una offerta in grado di competere a livello internazionale. Non solo risorse economiche ma anche una macchina burocratica ed amministrativa in grado di valorizzare i risultati delle nuove tecnologie adeguando opportunamente i propri processi amministrativi.

Iniziative che salvano il territorio, le vite dei cittadini e creano posti di lavoro qualificati aumentando la competitività del sistema paese.

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