Tutti riconoscono alle attività spaziali una innata capacità di stimolo per la crescita e la competitività dei territori in cui vengono sviluppate. Inoltre rivestono una grande importanza in attività che vanno dal controllo dell’ambiente e del territorio, alle telecomunicazioni, al controllo del traffico, alla meteorologia, senza considerare il loro contributo alla sicurezza e alla difesa in un epoca particolarmente turbolenta.

Queste ragioni hanno portato la Unione Europea a definire le attività spaziali un tema di “politica condivisa” dell’Unione, cioè una di quelle aree in cui è l’Unione nella sua interezza a rappresentare gli interessi degli Stati membri su scala globale, e sulla quale esprime una politica interna condivisa con gli Stati: appunto la Politica Spaziale Europea.

Naturalmente anche gli Stati Membri, e con grande successo anche l’Italia, hanno proprio programmi di ricerca spaziali rivolti alle più svariate applicazioni. Ma se scendiamo alla scala delle Regioni emergono le due facce delle attività spaziali: quella dello sviluppo di sofisticate capacità tecnologiche e industriali, e quella dei servizi di stimolo per la qualificazione di una domanda avanzata delle Pubbliche Amministrazioni Locali, delle Imprese e dei cittadini.

Non è un caso che il termine “SPAZIALE” sia ormai diventato sinonimo di fantastica capacità tecnologica anche tra i non addetti ai lavori.

Negli ultimi 50 anni i sistemi spaziali sono stati al centro della competizione per l’innovazione, consentendo lo sviluppo di una industria innovativa in settori che vanno dai materiali avanzati all’informatica. Ma per quanto elettrizzanti siano gli aspetti tecnologici, la potenza dei servizi spaziali non è sicuramente da meno.

Consideriamo ad esempio la navigazione satellitare, oggi consente di conoscere la propria posizione ovunque con un errore centimetrico, rendendo possibili servizi che solo 20 anni fa erano inimmaginabili al di fuori dei film di fantascienza.

La Regione Puglia ha quindi giustamente incluso il settore Aereospaziale tra le sue priorità di sviluppo industriale, e il Distretto Tecnologico Aereospaziale (DTA) e quello Produttivo (DAP), costituiscono un modello su scala continentale di approccio allo sviluppo. Negli ultimi tre anni la componente Spaziale del Distretto Aerospaziale Pugliese ha moltiplicato la sua dimensione raggiungendo un fatturato di 50 M€ con più di 500 occupati, quasi tutti laureati e in continuo aumento. Inoltre le nuove capacità nei settori di punta della propulsione elettrica e lo sviluppo di nuove tecnologie nell’ambito del programma SHIRA e il Centro Fusione Dati stanno suscitando interesse a nuovi investimenti. Una crescita cosi imponente non sarebbe stata possibile senza il supporto di Università e Centri di Ricerca di livello internazionale nel settore.

La strategia del Governo Pugliese prevede oltre all’aumento della capacità industriale anche la promozione e l’utilizzo di Servizi Spaziali quale strumento di sviluppo sostenibile della Regione, e di aumento di competitività di altri settori strategici regionali dall’agricoltura alla meccatronica. Consapevole che i servizi spaziali possono essere strumento di miglioramento delle condizioni ambientali, sociali ed economiche dei cittadini.

A questo punto bisogna porsi alcune domande: “Come armonizzare le diverse facce dello Spazio?” “Come è possibile conciliare le grandi strategie dei programmi Nazionali ed Europei con i bisogni e le capacità Locali?”

La Regione Puglia ha individuato nella Rete delle Regioni Spaziali Europee, la rete NEREUS, il soggetto più adatto ad avviare un dibattito su questo tema. L’accensione di questo processo avverrà a Bari dal 27 al 28 Febbraio, durante un convegno che ha per titolo: “Space4You – Lo Spazio, una chiave per la competitività e la crescita”, promossa da Regione Puglia e NEREUS (Rete delle Regioni europee utilizzatrici di Tecnologie Spaziali) in collaborazione con il Distretto Areospaziale Pugliese.

Insieme alle altre regioni di Nereus, prime tra tutte le altre Regioni Italiane di Nereus, tra le più attive Basilicata, Lazio, Lombardia, Veneto, saranno a Bari tutti i soggetti interessati in Europa alle attività spaziali: L’Unione Europea, l’Agenzia Europea per la Navigazione Satellitare GSA, L’Agenzia Spaziale Europea ESA, Le Agenzie Spaziali, Italiana, Francese e Tedesca, i maggiori gruppi industriali Europei Airbus Space, OHB, TAS, Telespazio, i distretti industriali di molti paesi Europei.

Il bisogno di una dimensione Regionale della Politica Spaziale Europea è largamente condivisa da tutti i soggetti “spaziali” del continente. In tutti i più recenti documenti della Commissione Europea, dell’Agenzia Spaziale Europea, e di molte Agenzie Spaziali Nazionali, le Regioni sono viste quali naturali soggetti di aggregazione della domanda e veri laboratori di utilizzo dei servizi spaziali.

Horizon 2020, Galileo, Copernicurs e il nuovo quadro di coesione rappresentano un formidabile bagaglio di tecnologie e strumenti finanziari, che possono trasformare i servizi spaziali, da graziosi gingilli ad alta tecnologia a veri propellenti per le Regioni che sapranno usarli, e la nostra sembra molto bene attrezzata.


Articolo che ho pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno il 25 febbraio 2014.

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