Il mare una risorsa da preservare
Il disastro della fuoriuscita di petrolio al largo delle coste della Louisiana richiama l’attenzione sulle politiche di gestione e salvaguardia del mare e delle coste. Le nuove forme di monitoraggio, basate sui dati di Osservazione della Terra, hanno raggiunto la maturità e forniscono risultati concreti ed operativi.
Purtroppo è necessario che si verifichino eventi di questo genere perché ci sia un risveglio di sensibilità rispetto ai temi della difesa dell’ambiente. Ciò determina un perverso meccanismo mediatico che, pur caricando di aspettative miracolose la ricerca ed il progresso scientifico, finisce per dare un impulso significativo alla evoluzione tecnologica nel settore ambientale.
Il monitoraggio del mare è ovviamente un tema rilevante in una nazione, come l’Italia, che dispone di migliaia di chilometri di coste che rappresentano una risorsa da valorizzare, tutelare e preservare per le generazioni future.
Il monitoraggio del mare e delle coste è anche un tema prioritario a livello Comunitario e numerosi progetti di ricerca e progetti pilota sono in corso per testare nuove tecniche di monitoraggio basate anche su dati telerilevati da satellite.
Il progetto Marcoast è sicuramente tra questi. Nel triennio 2006-2009 il progetto finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea nell’ambito del GMES ha fornito il servizio di monitoraggio giornaliero dell’Oil Spill (idrocarburi che galleggiano sulle acque) e della qualità delle acque attraverso la produzione di mappe di temperatura superficiale e clorofilla delle acque marine dell’UE.
Il passaggio dalla sperimentazione alla operatività è il punto critico che decreta il successo o, in alternativa, l’insuccesso di soluzioni basate su metodologie innovative come quelle proposte da Marcoast. Questi servizi devono dimostrare sul campo di essere affidabili, applicabili su area vasta, sostenibili economicamente e integrabili efficacemente all’interno dei processi decisionali degli Utenti. In pratica devono contribuire realmente ad indirizzare le scelte operative che gli utenti sono chiamati a prendere nello svolgimento delle loro attività istituzionali.
Il successo del progetto Marcoast è stato significativo in quanto le attività di monitoraggio dell’Oil Spill da satellite sono state considerate di particolare interesse dall’EMSA, l’ ”Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima”, che ha deciso di adottare tali metodologie per le proprie finalità attivando un servizio di monitoraggio giornaliero da satellite che è stato completamente integrato all’interno del proprio workflow operativo.
Con Marcoast2, avviato quest’anno, si vuole dimostrare che anche le attività di monitoraggio qualitativo delle acque marine hanno raggiunto la maturità e possono essere adottate a livello operativo. Il progetto è finanziato direttamente della Commissione Europea che ha acquisito tutte le attività in carico al programma GMES per il monitoraggio ambientale (www.gmes-marcoast.info).
Marcoast2, partito ufficialmente a gennaio 2010, ha come obbiettivo il coinvolgimento sempre più operativo delle agenzie ambientali nazionali e regionali (in Italia ISPRA e le ARPA di Emilia Romagna, Campania e Puglia) per stimolare l’adozione, anche in questo ambito applicativo, delle tecniche di monitoraggio satellitare.
Diversi partner europei, del mondo dell’industria e della ricerca, mettono così al servizio degli enti responsabili delle politiche ambientali la propria esperienza nell’elaborazione di dati satellitari finalizzata alla determinazione di parametri di qualità delle acque, anche in ambiente costiero. Planetek Italia coordina a livello Europeo i servizi di Water Quality e produce direttamente le mappe di alcuni indicatori di qualità delle acque come la temperatura superficiale, la trasparenza e la concentrazione di clorofilla, nel mare Adriatico, Tirreno e nel Mar Ligure.
Il progetto sarà operativo per 3 anni con lo scopo di garantire la continuità ed il miglioramento dei servizi operativi al fine di renderli ancora più coerenti con le esigenze degli utenti. Tutto ciò per far ulteriormente crescere la consapevolezza all’interno delle Agenzie Ambientali che questa nuova forma di monitoraggio non ha un carattere sperimentale ma fornisce risultati concreti ed operativi immediatamente utilizzabili.
Solo dopo che le Agenzie avranno maturato questa consapevolezza , si può ipotizzare che prevedano l’adozione operativa di queste tecniche, per lo svolgimento delle attività di monitoraggio del mare che rientrano nei propri compiti istituzionali.
I risultati del progetto Marcoast 2006/2009
Durante i tre anni della durata del progetto Marcoast, Planetek Italia ha fornito all’utente ISPRA e, per il 2008, all’ARPA Emilia Romagna e ARPA Campania diversi servizi di monitoraggio con fornitura periodica di mappe di clorofilla e mappe di temperatura delle acque superficiali per i mari Adriatico, Tirreno e Ligure.
I risultati del monitoraggio sono stati validati attraverso una validazione comparativa con i dati SiDiMar sull’Adriatico e i dati di campagne a mare effettuate dall’Arpa Emilia Romagna. Questa analisi comparativa ha evidenziato una buona correlazione tra i dati ottenuti da monitoraggio satellitare e quelli acquisiti a mare con tecniche tradizionali di campionamento puntuale.
Risultati dell’analisi di regressione fra le coppie di dati in situ e dati da satellite
per la clorofilla, per i dati SiDiMar 2006 sul mare Adriatico.
Inoltre sono state attivate ulteriori analisi di validazione condotte sul parametro clorofilla che hanno confermato come la concentrazione di clorofilla ottenuta dal dato satellitare segua l’andamento stagionale atteso. In particolare, la classificazione delle acque ottenuta utilizzando il Percentile 90 è risultata in buon accordo con studi effettuati dall’ARPA Emilia Romagna nei due siti di Cesenatico e Cattolica (ARPA Emilia Romagna, 2007).
Giuseppe
Ho partecipato come stagista al progetto marcoast..vedo che è partita una nuova fase..mi piacerebbe collaborare anche se…