Il panorama della disponibilità di dati telerilevati è molto cambiata negli ultimi anni, l’offerta si è molto ampliata in termini di numero di satelliti e sensori attualmente in orbita, così come le loro performance sono migliorate, dal progressivo aumento della risoluzione ai tempi di rivisitazione sempre più stretti.

Un ulteriore trend positivo che si sta riscontrando è una sempre maggiore disponibilità di tecnici e professionisti preparati nell’utilizzo evoluto dei dati telerilevati, persone che evidentemente hanno deciso di investire nella propria formazione, allettate da un mercato nella disponibilità di dati sempre maggiore.

L’anello debole è proprio la PA

Se da un lato abbiamo un mercato dei dati telerilevati che diventa sempre più dinamico e appetibile, dall’altro la Pubblica amministrazione, uno dei più grandi comparti di utilizzatori oltre al mondo della ricerca, è ingessata dalla burocrazia. L’iter per l’acquisizione di dati da parte della PA è lungo e farraginoso, tra definizione del capitolato tecnico, tempi di espletamento delle gare, tempi per il collaudo. Quando al suo termine la PA potrà utilizzare effettivamente i dati, questi saranno già vecchi (passano anche 24 mesi in alcuni casi limite, es. CTR) e avranno di fatto perso il valore di un contenuto informativo aggiornato, saranno giusto validi come dati di archivio. Questi tempi biblici che intercorrono dalla richiesta, alla fornitura, alla reale disponibilità dei dati annullano proprio il grande valore aggiunto che per essi sta crescendo esponenzialmente negli ultimi anni: tempi di acquisizione e consegna sempre più ridotti.

Le PA dovrebbero dunque cercare di fare degli sforzi per riorganizzare le procedure con le quali si dotano di dati geografici, dalle CTR alle ortofoto, alle immagini satellitari, perchè andrebbero a loro diretto vantaggio, bisognerebbe realizzare concretamente il “fast procurement”.

Un modo nuovo di collaudare: il “beta testing”

Tra le possibili innovazioni che si potrebbero introdurre possiamo pensare ad una sorta di collaudo collaborativo allargato a tutti gli stakeholders. Il dato appena ricevuto dal fornitore potrebbe essere messo on line richiedendo agli utenti – come fossero dei “beta tester” – di segnalare eventuali anomalie. In questo modo si avrebbero molteplici vantaggi, molti occhi vedono meglio di due (quelli del singolo collaudatore), ognuno guarderà “casa sua” e dunque si concentrerà sulla propria zona, che conosce meglio di chiunque altro.

Inoltre in tal modo si attiva una straordinaria azione comunicativa, poiché nessuno potrà ignorare che è in fase di rilascio una nuova base dati, e così coloro che sono interessati ad utilizzarla potranno prepararsi in anticipo al suo rilascio ufficiale, esattamente come accade per il “beta testing” delle applicazioni software. Una scelta di questo tipo richiede però una modifica alla normativa attuale riguardante la fornitura di prodotti e servizi: se un prodotto viene utilizzato, nella sostanza è stato collaudato.

Il buon esempio della Regione Sardegna

Ma qualcosa sta cominciando a cambiare. Come racconta Vincenzo Barbieri nella recente intervista rilasciata a GEOforUS, la Regione Sardegna ha compreso l’importanza di andare verso il fast procurement, mettendo a punto un innovativo contratto triennale “aperto” proprio con Planetek per la fornitura di dati, nel quale sono stati definiti esplicitamente i prodotti (GeoEye ottici e COSMO-SkyMed SAR-X) e i prezzi unitari. La Regione può quindi in qualunque momento avanzare richiesta di nuovi dati relativi a una determinata zona, nel giro di poche ore Planetek pianifica l’acquisizione e rende disponibili i dati stessi.

Sono queste le esigenze del Servizio di Piena della Regione Sardegna, che ha necessità di poter disporre di immagini telerilevate acquisite durante le fasi critiche e di emergenza che possano essere di ausilio alle attività di individuazione delle aree soggette a calamità naturali. Ciò da un lato consente di comprendere meglio il fenomeno e quindi pianificare le opere di mitigazione e prevenzione; dall’altro risulta utile per la perimetrazione delle aree coinvolte dal fenomeno e la stima dei danni, a supporto dell’iter amministrativo di definizione dello stato di calamità e dei risarcimenti.

In situazioni di emergenza, dove la variabile tempo è particolarmente critica, risulta chiaramente determinante la presenza di un quadro contrattuale attivo che vada a regolare, secondo modalità e costi prestabiliti, le interazioni tra l’Amministrazione e l’Azienda fornitrice dei dati. In questo modo si riducono drasticamente i tempi che intercorrono tra la richiesta di acquisizione del dato da parte dell’utente e l’attivazione del satellite con carattere di priorità. Inoltre l’Amministrazione avrà sempre chiari i costi che dovrà sostenere per ottenere i dati, e potrà definire in anticipo i fondi da allocare sul capitolo di spesa specifico.

Con Preciso® Fast immediatamente dopo l’acquisizione, i dati satellitari e successivamente le mappe tematiche da essi derivanti, vengono resi disponibili on‐line mediante un sito web dedicato che integra gli ulteriori strati informativi resi disponibili dal Sistema Informativo Territoriale Regionale e altri webservices in una logica di condivisione ed interoperabilità secondo i principi di INSPIRE e di OGC.

Con il contratto viene inoltre fornito un laboratorio per la gestione dei dati telerilevati in grado di integrare layer tematici resi disponibili sia fisicamente che virtualmente, secondo gli standard OGC, da tutte le Amministrazioni che operano sul territorio regionale. Il laboratorio dispone di funzionalità di modellazione  tridimensionale del territorio per l’analisi delle aree a rischio piena.

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