La VAS funziona?

La VAS è praticamente disattesa sia a livello nazionale che internazionale. Perchè?

Il motivo è emerso chiaramente durante il convegno tenuto a Mediterre il 2 febbraio 2012.

La VAS – Valutazione Ambientale Strategica – non decolla perchè può essere interpretata in due modi diametralmente opposti.  Se pensiamo alle VAS dei Piani Urbanistici, ad esempio, troviamo da un lato i sostenitori della VAS come strumento sinergico di sostegno alla redazione dei Piani che si contrappongono a coloro che danno alla VAS una valenza di controllo e validazione dei Piani.

Ovviamente sono posizioni molto distanti che non convergono facilmente. Nel primo caso chi redige il Piano può coincidere con chi redige la VAS (soluzione prevista dalla normativa per piani urbanistici di comuni di piccole dimensioni con l’obiettivo di compimere i costi) mentre nel secondo ovviamente devono essere due professionisti differenti che lavorano quasi in contrasto.

La contrapposizione tra Piano e VAS emerge se prendiamo in considerazione l’organizzazione degli uffici regionali, di solito la VAS dei Piani urbanistici è valutata dagli uffici “Ambiente” mentre i Piani Urbanistici sono valutati dagli uffici “Urbanistica”.

Spesso in questa contrapposizione vince la posizione “burocratica”. La tentazione di “smarcare la VAS con qualche etto di carte e sono a posto” viene in una situazione di questo tipo. Il monitoraggio previsto dalla VAS è una rogna che dovrà grattarsi chi viene dopo. Quindi di indicatori popolati e specifiche con cui realizzarli neanche a parlarne. Ancora meno l’ipotesi di modifiche al piano sulla base dei risultati del monitoraggio. Praticamente roba mai vista!

Il Convegno a Mediterre su VAS e Consumo Suolo

Al convegno sono emerse queste anime contrapposte via via che i relatori si alternavano.

Il livello delle relazioni è stato decisamente buono (onestamente non mi aspettavo questa qualità) e provo a riportare alcune “pillole”:

  • “la VAS è uno degli ultimi seccanti adempimenti dei piani” (Roberto Giannì dirigente della Regione Puglia citando wikipedia);
  • “è necessario snellire le procedure per renderle più veloci,  i Comuni hanno l’esigenza di dare case nuove ai cittadini (il Sindaco di Corato Luigi Perrone, in qualità di Presidente ANCI Puglia);
  • “serve un’integrazione tra VIA, VAS e VinCA” (Dott. Paolo Boccardi del Ministero dell’Ambiente);
  • “le 4C della VAS: Conoscenza, Condivisione, Competenze e Collaborazione” (dott.sa Paola Andreolini Ministero dell’Ambiente, coordinatrice del PON GAT VIA/VAS);
  • “bisogna utilizzare gli indicatori di processo e di contesto” (prof. Eliot Laniado del Politecnico di Milano);
  • “la VAS è parte integrante del Piano” (ndr. visione che personalmente condivido) (Prof.sa Mariarosa Vittadini dello IUAV);
  • “Google Trends può essere utilizzato per valutare la sensibilità dei cittadini verso i temi che i piani devono affrontare” (Prof. Sergio Malcevschi dell’Università di Pavia) (ndr. ad esempio confronta sviluppo con crescita);
  • “le regioni utilizzano metodologie differenti per il calcolo del consumo di suolo. Quindi mosaicare questi dati per avere una visione unica è quasi impossibile” (prof. Paolo Pilieri del Politecnico di Milano e membro del– CRCS);
  • “Il consumo di suolo può derivare anche da un utilizzo agricolo improprio o dai cambiamenti climatici..” (Prof. Teodoro Miano dell’Università di Bari) “che inducono processi di desertificazione”. (ndr. Proprio a Mediterre è stato presentato il “Rapporto sulla relazione tra desertificazione e cambiamenti climatici nel mediterraneo” redatto da ARLEM (Assemblea Regionale e Locale Euro-Mediterranea) che è stato preparato dal Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola);
  • “Alcuni amministratori comunali  “virtuosi” richiedono agli  enti sovraordinati di apporre vincoli alla urbanizzazione per potersi difendere dalle pressioni a cui sono sottoposti.” (Arch. Paolo Faietta dirigente della Provincia di Torino). Il consumo del suolo può essere gestito con banche dati cartografiche aggiornate ed indicatori geospaziali (report);
  • “una conoscenza aggiornata e condivisa è fondamentale per pianificare e combattere il consumo di suolo” (Ass. Angela Barbanente Regione Puglia).

Che fare per ridurre il consumo di suolo?

Durante il convegno è emerso che il consumo di suolo e, in generale, l’uso del suolo è un tema troppo complesso e strategico per essere delegato completamente ai comuni, troppo esposti alle pressioni locali. Il suolo è un bene ambientale che richiede una tutela particolare al fine di preservarlo. In alcuni paesi, come ad esempio in Svizzera, si sta valutando di togliere la delega all’uso del suolo ai comuni e spostarla ad un organo sovraordinato che possa gestire questa risorsa non rinnovabile in una logica di lungo periodo. In Italia invece la normativa dà’ la possibilità di utilizzare il suolo come merce da vendere per fare cassa. Dal 2004 con L. 311/2004 è stata introdotta la possibilità di utilizzare fino al 75% dei proventi da oneri di urbanizzazione per la copertura della spesa corrente (stipendi, fiere paesane, ecc.) quindi i Comuni utilizzano il suolo per fare cassa. Serve un’inversione di tendenza a livello normativo per inquadrare nel lungo periodo il tema dell’utilizzo del suolo.

Dal punto di vista tecnico, parallelamente, si può fare molto per dotarsi di quadri conoscitivi aggiornati basati su indicatori geospaziali e sistemi informativi per la gestione e condivisione della conoscenza.

L’iter che sottende alla VAS sembra, almeno in teoria, idoneo a supportare un ottimale processo di utilizzo del suolo. Fino ad oggi non ha potuto esprimere tutte le sue potenzialità.

Probabilmente è indispensabile riposizionare la VAS come strumento realmente sinergico nel processo di Piano ridimensionando gli aspetti conflittuali e valorizzando gli aspetti positivi, nel lungo periodo.

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