Smart City o Cittadini Smart?
“We shape our buildings; thereafter they shape us“: siamo noi che diamo la forma ai nostri edifici, ma sono gli edifici che poi modellano la nostra vita e la nostra cultura. L’uomo da forma alle città, che a loro volta forgiano l’uomo.
Questa citazione non è roba mia, è di Winston Churcill e l’ho presa da un bell’articolo di Luca De Biase sulle smart city. Il 5 aprile a Venezia presso il Parco Scientifico e Tecnologico Vega Luca De Biase ha ribadito questi concetti in una lezione magistrale, organizzata da Luigi di Prinzio dello IUAV, sul tema: Smart City. Innovazione, tecnologia e dimensione sociale.
Interessante l’introduzione del presidente del Vega, Michele Vianello (leggi articolo) con il quale De Biase ha aperto un confronto.
Ma cosè una Smart City quindi? se ne parla molto, forse troppo, in questo momento. Ci sono diverse iniziative che finaziano la ricerca e sviluppo come i bandi PON orientati sulle tematiche socio ambientali quali mobilità, sicurezza, educazione, risparmio energetico o ambientale anche se con qualche dubbio come evidenizato da Pietro Blu Giandonato (leggi articolo) .
Ormai se non sei SMART non conti nulla. Se non hai uno SmartPhone ma usi semplicemente un telefono cellulare per fare le telefonate sei una specie di dinosauro… (me lo dicono spesso in azienda!). Ci sono anche le auto Smart anche se, onestamente, a me la Smart sta un pò antipatica, probabilmente a causa dello stile di guida di alcuni suoi utilizzatori…
Ritornando alle Smart City ci chiediamo per quale motivo una città deve essere Smart?
Una città o, meglio, un’area vasta definita sulla base di una coerenza di interessi ed obiettivi, deve poter competere con gli altri territori nel processo di globalizzazione. Quindi le città devono essere in grado di valorizzare le proprie caratteristiche, le proprie unicità per poter attrarre cittadini, imprenditori, investitori.
Non dobbiamo pensare solo alla globalizzazione e alla competizione con i cinesi o con i paesi emergenti, ma la competizione molto spesso è con il vicino! Ho assistito recentemente ad una presentazione di un dirigente comunale, che evidenziava come l’incremento demografico del proprio Comune, ottenuto a scapito dei Comuni limitrofi, derivasse dal successo di specifiche politiche messe in atto dall’Amministrazione.
Alla base del successo c’è una chiara definizione degli obiettivi da parte della classe politica.
Quindi una smart city è una città che consente di valorizzare le caratteristiche del territorio, le sue unicità sulla base degli obiettivi definiti a livello politico.
Ogni città sedimenta al suo interno una intelligenza collettiva che si stratifica nel tempo grazie alle tecnologie, le quali consentono ai cittadini di coordinarsi tra loro. Il capitale sociale, ambientale e fisico come strade, edifici, segnaletica, reti tecnologiche, dotazione ICT, contribuiscono alla realizzazione di questo patrimonio che rappresenta l’infrastruttura su cui si poggia ogni città.
Una Smart City è una città in grado di accrescere e valorizzare la propria infrastruttura rendendola disponibile alla collettività per favorire lo sviluppo di applicazioni che consentono di valorizzare il territorio.
Elementi che caratterizzano una Smart City vincente sono la disponibilità di sensori, dati liberi e connettività. Il giusto mix di questi elementi favorisce la nascita di applicazioni ad alto valore aggiunto che determinano la competitività del territorio.
Provo a fare un esempio: se dispongo di un sistema di telecontrollo (sensori) di BUS urbani che in tempo reale mi fornisce i dati sulla posizione dei BUS, posso rendere disponibili i dati (dati liberi) attraverso internet (connettività) alla collettività per sviluppare applicazioni utili ai cittadini (ad esempio una App su smartphone per fornire in tempo reale la distanza del prossimo bus dalla fermata di interesse). La numerosità e la tipologie di servizi applicativi e di valore che si genera aumenta con l’aumentare della quantità di dati disponibili.
Smart City è quindi un concetto complesso, quasi filosofico che può essere espresso solo nel lungo periodo attraverso obiettivi chiari, strategie coerenti attraverso tecnologie adeguate in un continuo processo evolutivo.
In un momento storico in cui c’è una cronica carenza di risorse è necessario ripensare anche al concetto di Smart City introducendo il concetto di low cost. Una riduzione dei costi può essere ottenuta valorizzando la social city dove la collettività si fa carico di sviluppare soluzioni smart affiancando le transazioni mecantili con transazioni basate sul volontariato estendendo il concetto di open source.
Una Smart City, quindi per sintetizzare, deriva da Cittadini Smart che definiscono Politiche Smart implementate con Strategie Smart adottando Tecnologie Smart attraverso il coinvolgimento di Smart City Users.
Che ne pensate?
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